lunedì 7 ottobre 2013

"POST #05 di ANELE in THE ARTISTIC HERITAGE, Young Creative Blogger"

L'OSPEDALETTO
La Chiesa, l'Organo e la Sala della Musica.
VENEZIA

(Uno dei "capolavori" di Anele, 11 anni)


L'origine dell'Ospedale dei "Poveri derelitti ai Santi Giovanni e Paolo" risale all'inverno del 1527-28. Quando una terribile carestia nelle campagne venete fece affluire in città turbe affamate cui si provvide allestendo rifugi provvisori. Passata l'emergenza i rifugi furono smantellati tranne quello ai Santi Giovanni e Paolo a Venezia. Infatti fu costruita una cappella e ben presto l'ambiente divenne un ospedale che accoglieva malati, disabili, poveri e soprattutto fanciulle e fanciulli orfani. Con il tempo l'ospedale divenne anche un centro di insegnamento della musica per le giovani ospiti.
La Chiesa e più tardi la Sala della Musica diventarono un importante riferimento per la vita musicale della città.
L'Ospedaletto, nell'ambito delle riforme di Napoleone, nel 1807 divenne una casa di ricovero per anziani e invalidi, funzione questa che sta per terminare oggi giorno.
La mia classe ha avuto la possibilità di visitare gli spazi chiusi al pubblico, io da questa esperienza ho riportato le seguenti osservazioni.

Il giorno 7 febbraio siamo andati all'Ospedaletto per visitarlo.
All'entrata ci è venuta incontro la nostra guida.
Ci ha raccontato che una volta l'Ospedaletto serviva a raccogliere i bambini poveri ed abbandonati per strada. Lì loro mangiavano, andavano a scuola e diventavano poi, da grandi, cittadini.
le donne ed i maschi da adulti avevano destini diversi: le femmine avevano tre scelte, sposarsi senza scegliere loro il marito ed uscire da lì oppure diventare semplicemente suore, invece chi era dotata particolarmente per la musica e il canto li praticava senza però poter uscire dall'Ospedaletto.
I maschi invece andavano tutti a lavorare all'Arsenale, il grande cantiere dove si costruivano le navi.
Siamo passati per un corridoio che una volta era una calle che portava fino alle Fondamenta Nuove. Alle pareti c'erano attaccate ed incorniciate delle vecchie foto in bianco e nero scattate all'interno dell'Ospedaletto.
Quel corridoio portava ad un piccolo cortile e sopra alle finestre c'erano ancora gli anelli di ferro che servivano ad agganciare le tende per ripararsi dal sole. Lì le ragazze potevano stare all'aperto.
Poi siamo passati per un'altra porta dove c'era una stanza che in passato era l'entrata. Lì c'era una scala a lumaca progettata e costruita da Longhena, un genio dell'architettura. Quella scala era fenomenale e non si capiva come riuscisse a stare in piedi. Portava fino al quinto piano ma già a salire fino al primo venivano le vertigini.
In verità non si potrebbe ma la signora ci ha portati a vedere l'Organo della Chiesa dove si svolgevano i concerti.
Le cantanti non si potevano vedere per questo si mettevano dietro alle grate, ormai arrugginite dal tempo.
L'organo è bellissimo e ancora funziona perfettamente. È ornato da angioletti, fiori e frutti d'oro.
La Chiesa è molto scura e trascurata perché due anni fa era scoppiato un incendio, l'atmosfera trasmetteva tristezza e malinconia.
In seguito siamo entrati nella Sala della Musica, tutta luminosa e colorata: sulle pareti c'erano affreschi di donne che cantavano e suonavano, l'unico maschio si trovava al centro del dipinto, era il Dio Apollo che abbiamo distinto grazie alla corona di alloro.
Gli angoli della stanza erano rotondi, questo serviva per migliorare l'acustica e far sentire meglio il canto.
Grazie ad una scala a chiocciola molto stretta siamo saliti sul palco con le grate dove le donne cantavano,
Abbiamo cantato anche noi, si sentiva tutto in modo bellissimo, è stato entusiasmante e fantastico.
Infreddoliti siamo dovuti andare via e salutare l'Ospedaletto con la speranza che prima o poi venga ristrutturato e non chiuso.

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